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martedì 2 agosto 2011

2 agosto, giorno della Memoria

"Era come la guerra. Dapprima non ho visto nulla per via della polvere, poi, quando s'è dissolta, sono apparse figure umane con gli abiti a brandelli, coperte di sangue. Qualcuno correva come impazzito. Altri erano in terra con gli occhi sbarrati. Una cosa stranissima: nessuno si lamentava, nessuno mandava un gemito. Tutto sembrava spaventosamente immobile. Molti corpi erano stati scaraventati sotto le carrozze. Qualcuno si muoveva: insieme ai colleghi abbiamo cominciato a tirarli fuori. Poi, non mi vergogno a dirlo, ho visto un bambino sui sette anni con una gamba spappolata. Non si capiva più dov'era la faccia. Sono scappato via a piangere dentro l'ufficio. Piano piano sono cominciati i gemiti dei feriti, le urla del terrore. Sono uscito di nuovo. Ho fatto la guerra, ne ho passate tante, ma uno spettacolo così orrendo è impossibile da dimenticare." (A. L. Tota, La città ferita, pag. 52)

Impossibile da dimenticare. Il racconto di questo sopravvissuto alla strage della stazione di Bologna rende solo parzialmente l'orrore scaraventatosi sulla città e sul paese 31 anni fa. Il 2 agosto 1980, alle 10 e 25, un ordigno a tempo, collocato nella sala d'aspetto della seconda classe della stazione, gremita di persone che partivano o tornavano dalle vacanze estive, esplose causando il crollo di un'intera ala dell'edificio. La bomba, di fabbricazione militare, potentissima, fu posta vicino il muro portante dell'ala ovest dell'edificio, allo scopo di aumentarne l'effetto distruttivo. L'onda d'urto fu
così potente da far crollare anche la pensilina esterna ed investì in pieno il treno che si trovava in sosta sul primo binario. L'esplosione provocò la morte di 85 persone e il ferimento o la mutilazione di altre 200. Il presidente Pertini, giunto a Bologna il giorno stesso della strage, distrutto, affermò in lacrime: "non ho parole, siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".

Impossibile da dimenticare. Il libro della prof.ssa Tota, 'La città ferita', per il corso di Sociologia della comunicazione, ci ricorda quanto sia importante la pratica sociale della commemorazione di fronte ad eventi così efferati: "quando gruppi di attori sociali producono e riproducono questo tipo di memorie, non si limitano a ridare forma per noi a un pezzo del nostro passato, ma plasmano al contempo il nostro presente e la potenziale progettualità verso il futuro". La pratica della memoria quindi, non come fine a sé stessa, ma come occasione per ridefinire e rinegoziare il rapporto tra stato e società civile, per riaffermare con forza i valori condivisi su cui si deve fondare l'etica pubblica di uno stato ed una collettività, quel patto basato sui valori democratici che lega i cittadini ad uno stato.

Impossibile da dimenticare. Ebbene, quel patto, oggi, ancora una volta, è stato violato dal governo in carica. Per il secondo anno consecutivo nessun rappresentante del governo parteciperà al giorno della memoria in ricordo delle vittime della strage. L'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi considera Bologna una piazza politica, e non un luogo dove ricordare uno degli eventi più dolorosi della nostra storia. Ma nessuna pretestuosa motivazione può essere addotta a giustificazione. L'assenza del governo a Bologna è indecente. E se è vero che è impossibile dimenticare, anche questa vigliacca ed indecente assenza non dovrà essere dimenticata. Perché se ne assumino e si portino sempre con sé la responsabilità.

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