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sabato 28 maggio 2011

Rapporto Istat sull'economia

Logo IstatDecisamente più ombre che luci nel rapporto annuale Istat che fotografa la situazione economica del nostro paese. E' un esercizio utile leggere i dati in esso contenuti alla luce di quanto abbiamo appreso quest'anno durante il corso di Economia. Il Pil, ad esempio, nel decennio 2001-2010 ha registrato la peggiore performance di crescita di tutti i paesi dell'Unione europea, e questo conferma quanto detto durante il corso. L'Italia è il fanalino di coda dell'Europa. Ma a colpire di più sono gli effetti devastanti sulla società di questa cronica stagnazione economica del paese. Circa un quarto degli italiani ormai "sperimenta il rischio di povertà o esclusione sociale": tanto per capirci parliamo di quasi 15 milioni di persone. Assolutamete sconfortanti i dati riguardo la condizione dei giovani e delle donne. Sono le categorie che stanno pagando di più la crisi attuale. Nell'ultimo biennio la disoccupazione giovanile è cresciuta di mezzo milione di unità, la più colpita è stata la fascia tra i 19 e i 29 anni. Non è meno grigio il quadro della condizione lavorativa femminile. Un dato su tutti: "ben 800 mila donne, con l'arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro, perché licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere". Questi dati, oltre ad essere emersi saltuariamente durante il corso, trovano riscontro anche nella mia personale esperienza lavorativa: le imprese ormai tendono a reagire alla crisi colpendo le fasce più deboli. Molto interessanti due aspetti della crisi che durante il corso non sono stati affrontati. Uno è il dato, consistente, degli abbandoni scolastici prematuri: in Italia lo scorso anno la scuola ha registrato il 18,8% di abbandoni, ben al di sopra della soglia di contenimento del 10% fissata dalla Ue. L'altro dato riguarda il risparmio. Durante il corso si è
detto più volte come gli italiani siano un popolo di risparmiatori, e che il debito pubblico così alto (oltre 1800 mld) non debba preoccupare più di tanto perché sarebbe peggio se fossero gli italiani ad essere indebitati. Ma le cose stanno proprio così ? I numeri forniti dall'Istat autorizzano qualche perplessità: il tasso di risparmio delle famiglie infatti, è sceso al minimo storico degli ultimi venti anni (siamo tornati indietro al 1990), al di sotto, per la prima volta, di quello degli altri paesi europei. 
Gli italiani, da soli, non possono più farsi carico della crisi economica: è il grido di allarme lanciato da questi dati.

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